Lago di Albano o di Castelgandolfo

Lago di Albano

Il lago di Albano rappresenta uno dei tre crateri che costituivano, nell’Era Quaternaria, il Vulcano Laziale e che grazie alla vegetazione spontanea, alla flora e alla fauna è stato da sempre considerato la perla dei Castelli. Le numerose scoperte archeologiche attestano l’esistenza di insediamenti sorti lungo le rive già da tempi antichi.

Lago dei castelli romani

E’ chiamato anche Lago di Castelgandolfo visto che il centro abitato più vicino è Castel Gandolfo, comune italiano della città metropolitana di Roma Capitale, nell’area dei Castelli Romani. Sul magazine di viaggi www.viaggieuropa.com puoi approfondire l’argomento vacanze romane e scoprire quali sono le altre cose da vedere a Roma e dintorni.

Il lago, territorio sacro per i Prisci Latini, divenne subito luogo di villeggiatura per i Romani, sino a che Domiziano confiscò tutte le ville esistenti sulle boscose rive e ne fece un posto privato dove passare tra una sponda e l’altra, tra un ninfeo, un tempietto o una villa. Il possesso delle acque del lago fu sempre ambìto; sottoposto ai cambiamenti dei vari proprietari, divenne oggetto di contese continue. Verso il 1604 il lago con relativo diritto di pesca fu acquistato dalla Camera Apostolica che successivamente lo cedette, nel 1802, al principe Poniatowski, residente in Albano. Nel 1823 passò ai duchi del Galles, in comproprietà del conte di Frankenstein.

Ora le rive sono idealmente divise tra i comuni di Albano e Castel Gandolfo, mentre le acque sembrerebbero ricadere nel territorio di Castel Gandolfo. La sua origine vulcanica rende il terreno particolarmente fertile e pertanto le sue rive risultano ben coltivate. Il lago è alimentato da sorgenti sotterranee, formate dalle piogge e dal disgelo delle nevi.

Nelle sue acque, incanalate dal grandioso emissario fabbricato dai Romani durante l’assedio di Veio nel 396 a.C., vivono pesci come persico, trota, cavedano, luccio, tinca, scardola, carpa, trota iridea. Tra gli uccelli rapaci troviamo la poiana, lo smeriglio e lo sparviero, e specie acquatiche quali il germano reale, l’airone cenerino, il fischione, la folaga, la marzaiola, il tuffetto lo svasso maggiore. L’erpetofauna annovera la sempre più rara testuggine di Hermann, l’orbettino e la salamandrina dagli occhiali.