Il Lago di Bolsena, noto per i valori paesaggistici e storico-archeologici, rappresenta un esempio ben conservato di ecosistema lacustre. Esso costituisce un ambito in cui le varie attività umane (agricoltura, pesca, turismo) si sono sviluppate in modo armonico secondo i principi di sostenibilità ambientale.
Ai sensi della Direttiva Europea Habitat (92/43), il Lago di Bolsena, i Monti Vulsini, le isole Martana e Bisentina, e l’Alto e Medio Corso del Fiume Marta, sono classificati come Siti di Importanza Comunitaria (SIC).
Il Lago di Bolsena è inoltre stato designato quale Zona di Protezione Speciale (ZPS) ai sensi di un’altra Direttiva Europea, la 79/409 (Direttiva Uccelli) quale area importante per la nidificazione e lo svernamento di diverse specie di Uccelli, naturalisticamente rilevanti.
Il lago è così entrato a far parte della Rete Europea denominata “Natura 2000”, una serie di aree aventi lo scopo di conservare habitat e specie animali e vegetali di rilevante interesse europeo. In tali siti, il nostro Paese si è impegnato a preservare l’integrità degli habitat e delle specie per i quali essi sono stati designati.
In base al Decreto Legislativo n. 152/99 lo stato di qualità del lago di Bolsena è “buono”. ma, tenendo conto che si tratta di un lago a “lento ricambio”, la stessa normativa lo rende classificabile come “area sensibile e vulnerabile”.
Le attività prevalenti nei comuni bagnati dal lago di Bolsena sono l’agricoltura e la pesca intensive.
Cenni storici
Il lago di Bolsena, ospitato nella più grande caldera vulcanica d’Europa, esercitò fin dall’antichità un ruolo attrattivo particolare per le comunità che abitavano le colline circostanti, le quali a più riprese nelle varie epoche, si trasferirono dai loro villaggi sulle sponde del lago, coltivando le fertili terre e sviluppando tecniche e attrezzature per la pesca.
Nell’età del ferro (IX-VIII sec. a. C.), i Villanoviani, diretti antenati degli Etruschi fondarono due abitati a ridosso del lago: Bisenzio, costruito sopra un’altura rocciosa che si protende a picco sulle acque e, sul versante opposto il “Gran Carro”, al centro di una vasta pianura successivamente completamente sommersa.
In epoca etrusca il bacino del Lago di Bolsena è stato area di confine tra due delle maggiori città dell’Etruria, Vulci e Volsinii.
Circa 600.000 anni fa iniziarono la loro attività gli apparati vulcanici Vulsinio, che ha dato origine al lago di Bolsena, il Vicano, che ha dato origine al lago di Vico ed il Cimino.
L’apparato Vulsinio ha coperto di depositi vulcanici il territorio che va dai fiumi Paglia e Tevere, fin quasi al Mare Tirreno. Comprende tre complessi vulcanici che si sono sviluppati in epoche successive: Bolsena; Montefiascone e Latera.
Il vulcanesimo Vulsinio ha avuto carattere essenzialmente esplosivo, testimoniato dalla scarsa quantità di lave rispetto ai tufi. Questi ultimi infatti costituiscono la stragrande maggioranza delle rocce vulcaniche della zona.
Le alture che sovrastano il lago e che rappresentano le quote più elevate dell’intero distretto vulcanico oscillano fra i 500 ed i 600 metri di altezza rispetto al mare e culminano nel Poggio Torrone, a nord di Bolsena, alto 690 metri.
L’attività vulcanica si concluse con la formazione delle isole Bisentina e Martana, che emersero a seguito di eruzioni subacquee.
Dalle alture che circondano il lago si individuano numerosi coni vulcanici: Montefiascone, Capodimonte, Monte Bisenzio, Poggio Falchetto, Valentano e tanti altri ancora. Le isole Martana e Bisentina presentano una forma semicircolare a causa del crollo di una parte dei coni vulcanici che le costituiscono.
E’ un immenso patrimonio culturale, perfettamente integrato con quello naturale: è la cosiddetta “civiltà del tufo”.